Disagio e Dintorni

Salve, con la redazione di questo articolo riprendo le pubblicazioni interrotte, e mentre sempre più mi convince l’idea che la decontestualizzazione è e rimane una grossa limitazione dell’integrazione  della persona, il costo del reinserimento e con esso, ogni forma di accettazione degli “altrui” modus vivendi (schemi sociali) secondo me è a continuo detrimento della propria ed altrui visione del mondo. I recenti fatti di Parigi legati al terrorismo, sono una prova della diffusione di schemi alterati che traendo origine dalla sacrosanta idea di libertà d’espressione, non tiene contezza del disagio che ciò possa attivare nelle altrui sensibilità. Il Santo Padre Francesco, ha sintetizzato molto bene il senso della questione con la metafora della offesa al proprio genitore, e la conseguente azione che questo possa innescare. L’arte dell’equilibrio dovrebbe favorire  e talvolta imporre  poche ma basilari regole del vivere sociale a partire dal rispetto reciproco e con questo l’idea del “limite” da non oltrepassare mai; pena il disordine comunicativo e le imprevedibili conseguenze, specie in certi ambiti culturali, fecondi portatori di diversità.

Ogni persona è un universo di azione e contradizione in quanto ella stessa è sconosciuta ed imprevedibile in gran parte; non dovrebbe sorprendere che oggi più che mai in una società complessa come quella attuale, un cocktail di stili di vita è la base di variegate formule del vivere alle quali si associano sempre di più comportamenti collettivi omogenei (vedi mode e usi comuni, euforie collettive sportive e non) per cui chi è fuori è out, e spesso rimane solo la certezza della propria diversità che se non affonda le radici nella solidità dell’ autostima, anch’essa potrà sfociare nei dintorni del disagio.

Cosa fare a questo punto? La risposta a questa domanda io la fornisco come sempre  a mio modo,  a partire dal semplice ragionamento che spesso avvio nel processo mentale cui mi confronto ogni qualvolta mi trovo di fronte a certe scelte di vita. La partenza è costituita dai miei valori profondi, che elevati al rango di “piloti” dovranno guidare le scelte operative e tenere a bada i possibili risentimenti; le rinuncie non mancano, e la consapevolezza del loro costo mi rende meno amaro e gravoso  l’intero percorso che prevedo per quella specifica scelta.