Donare & Regalare

fontana-acqua-siccitc3a0 (1)Buona giornata, ormai avrete notato una “costante” nell’aggiornamento di questo Blog, ovverosia, la “non” regolarità. Bene anche questa risulta essere una caratteristica del sottoscritto, come precedentemente accennato, ritengo che con un limite “proprio”, si debba puntare a non ostacolarlo bensì a conviverci rendendolo meno frustrante, quindi saperci andare a braccetto perché fa parte della natura del “se”, come il colore degli occhi e/o quello dei capelli. (questa non è …a paura mia). Ritornando sulla questione di merito, innanzitutto “definire” le due espressioni secondo il vocabolario della lingua Italiana, è essenziale; il link ad ognuno di esse, rende bene l’idea. Vorrei qui aprire una riflessione partendo dai miei intimi convincimenti, per esempio quando “sostengo” di volermi, oppure voler fare un omaggio, pensando ad un regalo, il “mio” pensiero associa questa azione ad una emozione derivante dalla scelta di un “oggetto” avendo forma e sostanza specifica a cui associare una aspettativa di gratificazione da parte del ricevente. Se quest’ultima non perviene, resto abbastanza amareggiato, ponendomi i vari interrogativi a partire dalla pertinenza per transitare sulla natura del “gusto”, e magari concludere con la decisione, della mia auto approvazione o no, per quella determinata scelta. Sintetizzando posso affermare con me stesso che il “regalo” ogni qualvolta lo faccio, è un po’ il modo per appagarmi e così riempire qualche vuoto di gratificazione. Cosa molto diversa (emotivamente) avverto per il “dono“, anche se come avrete notato siano “sinonimi” sul piano “linguistico”. In primo luogo, quando decido quest’azione, il pensiero non ricorre quasi mai ad un “oggetto” definito, bensì esclusivamente “al proprio” sentimento di gratificazione, tipico dell’amore; di cui quello materno ne rappresenta, a mio avviso, il più alto modo di esprimerlo, ovverosia << Il Piacere di dare senza la pretesa di ricevere >> è soprattutto in questa dimensione che decido di assegnare all’azione specifica l’etichetta del “donare”;  è solo alla fine di questo processo emozionale, che percepisco un sereno e profondo disinteresse per alcun feed back di gratificazione. Cosa ne pensate voi?