La ricerca delle opportunità, e la creazione di “Zona Franca”.

Quando si parla di eguaglianza, in paesi sviluppati, è da considerare che in tali discorsi si annidano implicitamente congetture etiche legate a vari schemi della società.

L’Italia, il nostro “bel paese” è uno dei pochi dove alla fattiva operosità di una classe imprenditoriale medio-piccola, tuttora nerbo della società,  si contrappone un pesantissimo sistema basato su favoritismi, clientele, e grandi ambiti di  non meritocrazia.

Fin qui è noto abbastanza che il carico di grossa parte del fardello, venga posizionato sempre di più sulla parte “produttiva”, ma è altrettanto noto che il sistema delle opportunità rimane volutamente “fecondo” e generatore, solo per una striminzita segmentazione della compagine sociale, i privilegiati.

Lo scardinamento di questa infrastruttura su cui poggia la certezza del prelievo fiscale, sempre di più sta demolendo la capacità e la voglia di progettare un futuro imprenditoriale, sostenibile e moderno, di fatto favorendo la “svendita” del sistema produttivo, a modelli terzomondisti.

Il mezzoggiorno qui è su posizioni di primalinea. Il rischio immediato è quello dell’acquisizione fagocita ad opera di nuove forze  sul piano delle capacità economiche, che unite alla tolleranza da parte delle istituzioni, in nome di una “promessa” lavorista, risolutiva del problema occupazionale, velocizza il processo di ridisegno e stabilizzazione (nei confini del mezzogiorno) della “zona franca” italiana. Che bello….

Chi governerà tale area? Datevi qualche risposta possibile e … provate ad immaginare il prossimo futuro per l’ intera gioventù meridionale –